Le cinque donne

Le cinque donne
Hallie Rubenhold

Neri Pozza, pubblicato nel Luglio 2020
432 Pagine

Jack lo squartatore, serial killer di fine 1800, chi non l'ha mai sentito nominare? Credo che ognuno di noi nella vita si sia trovato a guardare, sentire, leggere di lui. L'uomo conosciuto come il "killer delle prostitute". Ma le sue vittime? Come si chiamavano? Chi erano? Erano solo prostitute? Le cinque donne offre a noi, due secoli dopo, una visione diversa, perché loro, le cinque canoniche, prostitute non erano. E quindi, che serial killer era Jack lo squartatore? Questa non è una domanda su cui soffermarci ora. Qui, le protagoniste sono donne che per troppo tempo sono state considerate "solo prostitute".
Perché? Perché persone svantaggiate? Senzatetto? Dipendenti dall'alcol? Ma come sono arrivate ad esserlo? Prima di tutto erano figlie, mogli, madri.
Erano donne.
L'autrice Hallie Rubenhold con le sue parole ci porta a fare un viaggio. Ci porta a conoscere le cinque donne.

Polly, Mary Anne, Kate, Elisabeth, Mary Jane. Ecco i nomi delle donne che hanno avuto la sfortuna di essere nel momento e nel posto sbagliato, incrociando sulla loro strada un serial killer che ha stroncato la loro vita già piena di sfortune e sofferenze.
L'autrice accanto al racconto dettagliato della vita delle cinque vittime, offre una panoramica minuziosa della condizione della donna in quell'epoca. Le donne, soprattutto appartenenti a un ceto sociale basso, erano l'ombra degli uomini e, più in generale, della società. Si veniva considerate prostitute quando si aveva un figlio illegittimo, nato magari da un atto di violenza. Il potere decisionale era totalmente relegato al sesso maschile. E seppur gran parte delle cose descritte ai nostri occhi sono superate, è ancora tanta la strada da fare per arrivare a un mondo in cui non ci sia ancora nessuna disparità.

Si parla di donne che hanno avuto anche il coraggio di compiere dei gesti che in quell'epoca non si potevano fare con facilità, come Polly, che lascia il marito traditore pur sapendo che da parte di una donna questa azione non era vista di buon occhio. Donne che avevano bisogno di protezione, comprensione e libertà, mentre quello che in realtà compivano era un sacrificio continuo: "In una casa delle delle classi lavoratrici, se c'è da economizzare non sono il marito o i figli, ma la madre a mangiare gli avanzi o rosicchiare gli ossi spolpati."

L'inizio delle storie è sempre avvolgente, l'autrice ci trasporta con un'introduzione alla vita delle donne, spesso ancor prima di nascere. Offre così una visione della condizione in cui si trovano a venire al mondo, e a poco a poco si addentra a fondo. Lasciandoci entrare piano piano, in punta di piedi e in modo graduale, permette a noi di comprendere, di aspettare o astenerci dal giudicare. Ci si accomoda quindi tra loro e ci si lascia guidare dalle parole dell'autrice.
Nel libro sono presenti inoltre alcune piccole chicche, ovvero illustrazioni, fotografie dell'epoca che ritraggono le cinque donne.


Un libro interessante e necessario, che per una volta dà spazio non al colpevole, ma a chi ha subìto

Le cinque donne
Hallie Rubenhold

Neri Pozza, pubblicato nel Luglio 2020
432 Pagine

Jack lo squartatore, serial killer di fine 1800, chi non l'ha mai sentito nominare? Credo che ognuno di noi nella vita si sia trovato a guardare, sentire, leggere di lui. L'uomo conosciuto come il "killer delle prostitute". Ma le sue vittime? Come si chiamavano? Chi erano? Erano solo prostitute? Le cinque donne offre a noi, due secoli dopo, una visione diversa, perché loro, le cinque canoniche, prostitute non erano. E quindi, che serial killer era Jack lo squartatore? Questa non è una domanda su cui soffermarci ora. Qui, le protagoniste sono donne che per troppo tempo sono state considerate "solo prostitute".
Perché? Perché persone svantaggiate? Senzatetto? Dipendenti dall'alcol? Ma come sono arrivate ad esserlo? Prima di tutto erano figlie, mogli, madri.
Erano donne.
L'autrice Hallie Rubenhold con le sue parole ci porta a fare un viaggio. Ci porta a conoscere le cinque donne.

Polly, Mary Anne, Kate, Elisabeth, Mary Jane. Ecco i nomi delle donne che hanno avuto la sfortuna di essere nel momento e nel posto sbagliato, incrociando sulla loro strada un serial killer che ha stroncato la loro vita già piena di sfortune e sofferenze.
L'autrice accanto al racconto dettagliato della vita delle cinque vittime, offre una panoramica minuziosa della condizione della donna in quell'epoca. Le donne, soprattutto appartenenti a un ceto sociale basso, erano l'ombra degli uomini e, più in generale, della società. Si veniva considerate prostitute quando si aveva un figlio illegittimo, nato magari da un atto di violenza. Il potere decisionale era totalmente relegato al sesso maschile. E seppur gran parte delle cose descritte ai nostri occhi sono superate, è ancora tanta la strada da fare per arrivare a un mondo in cui non ci sia ancora nessuna disparità.

Si parla di donne che hanno avuto anche il coraggio di compiere dei gesti che in quell'epoca non si potevano fare con facilità, come Polly, che lascia il marito traditore pur sapendo che da parte di una donna questa azione non era vista di buon occhio. Donne che avevano bisogno di protezione, comprensione e libertà, mentre quello che in realtà compivano era un sacrificio continuo: "In una casa delle delle classi lavoratrici, se c'è da economizzare non sono il marito o i figli, ma la madre a mangiare gli avanzi o rosicchiare gli ossi spolpati."

L'inizio delle storie è sempre avvolgente, l'autrice ci trasporta con un'introduzione alla vita delle donne, spesso ancor prima di nascere. Offre così una visione della condizione in cui si trovano a venire al mondo, e a poco a poco si addentra a fondo. Lasciandoci entrare piano piano, in punta di piedi e in modo graduale, permette a noi di comprendere, di aspettare o astenerci dal giudicare. Ci si accomoda quindi tra loro e ci si lascia guidare dalle parole dell'autrice.
Nel libro sono presenti inoltre alcune piccole chicche, ovvero illustrazioni, fotografie dell'epoca che ritraggono le cinque donne.


Un libro interessante e necessario, che per una volta dà spazio non al colpevole, ma a chi ha subìto
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